Il mio nome è Sabrina, ma a te non deve interessare poiché ai tuoi occhi sarò solamente la Mistress che ti farà toccare il paradiso passando attraverso l’inferno.
Sono una donna sposata, ma questo non mi ha mai impedito di ritagliarmi il tempo necessario al soddisfacimento della mia vena sadica.
Amo il sesso, lo amo in tutte le sue forme ed espressioni, soprattutto quando si realizza attraverso il dominio sul corpo altrui.
Adoro quel senso di devozione che trapela dagli occhi dell’uomo che si affida alle mie voglie e alla mia fervida immaginazione.
Godo nel vedere quegli occhi che ti supplicano di continuare mentre la voce ti implora di fare più piano, di rallentare, di non accanirmi troppo.
Nella mia vita quotidiana faccio un lavoro che in qualche modo castiga il mio essere padrona, poiché devo sottomettermi più e più volte per futilità al volere altrui.
Per non parlare del rapporto di coppia che da sempre ha caratterizzato la mia relazione matrimoniale.
Forse sarà anche per questo che ho sviluppato questa inclinazione verso il sadismo, il bondage e tanti altri piccoli risvolti che vanno dall’utilizzo di candele, mollette, tacchi a spillo, ball gag e dilatatori anali.
Il primo a fare i conti con questo prorompente desiderio di sfogare la mia cattiveria in maniera fisica è stato il mio titolare, seguito dal mio consorte.
Io e mio marito eravamo una coppia normalissima, se vista dall’esterno.
In realtà gli ruoli non erano affatto bilanciati, poiché lui è sempre stato despota e maschilista circa il raggiungimento del piacere durante l’atto sessuale.
Quelle volte che si scopava, lo si faceva esclusivamente perché lui ne aveva voglia, e non contava se io fossi d’accordo o meno.
Mi prendeva, mi utilizzava e poi provvedeva a svuotarsi su di me.
Spesso non attendeva neanche che mi bagnassi, penetrandomi a forza sia in vagina che analmente.
Insomma, se c’è una persona che sa cosa sia il dolore durante un atto sessuale, quella sono io.
La svolta è arrivata in un giorno di marzo di qualche anno fa.
Avevo avuto un incontro con dei vertici stranieri per conto della società per la quale lavoro, ed ero rientrata in ufficio stanca ma estremamente soddisfatta: avevo portato a casa dei contratti che non si erano mai visti in tutta la storia aziendale.
Insomma, un risultato eccezionale, però offuscato da una piccola postilla che determinava uno slittamento del pagamento di 30 giorni rispetto alle condizioni iniziali. Era, in piena onestà, una vera e propria sciocchezza, ma il mio titolare non perse tempo per denigrarmi e inveirmi contro, dicendomi che chiunque avrebbe potuto portare a casa i miei risultati, soprattutto senza andare vestita da zoccola come apparivo ai suoi occhi.
Un primo momento di sconvolgimento mi bloccò voce e corpo, ma subito dopo mi cominciò a montare una bile tale che sfociò in un cambiamento totale della mia persona: è così che è nata Sabrina Mistress.
Sabrina Mistress ti schiavizza senza pena
Senza lasciargli il tempo di capire cosa succedesse, afferrai quel verme del mio titolare per un orecchio, e lo costrinsi col dolore a sollevarsi da quella lurida poltrona di pelle sulla quale appoggiava il suo sedere flaccido.
Imprecandomi i peggiori insulti mai sentiti cercò di divincolarsi ma io, tirandolo sempre più, lo feci zittire.
Lo guardai con quel grugno rosso e incazzato e, dopo un attimo di silenzio, portatolo a pochi centimetri dal mio viso, gli sputai in un occhio.
Rimase basito.
Gli sputai anche sulll’altro, e conclusi con una ginocchiata sulle palle.
Cadde in ginocchio senza fiato.
Avevo una gonna aderente che arrivava al ginocchio, e delle autoreggenti eleganti che fasciavano le mie gambe lunghe.
Alzai una gamba, e appoggiai il mio tacco stiletto sulla sua schiena grassa. E affondai fino a farlo inarcare di dolore. Solo che aveva smesso di imprecarmi contro.
Continuai a forarlo senza ritegno, e quello che ottenni furono solo dei mugolii sommessi.
Mi sfilai un autoreggente e, strettolo al suo collo a mò di collare, cominciai a farlo spostare a carponi lungo la moquette del suo studio.
Gli ordinai di leccarmi il piede denudato, e lui eseguì alla lettera, come se non fosse nuovo alla pratica.
Il verme era un pervertito del feticismo, e aver trovato una donna che gli teneva testa lo stava facendo godere come un riccio.
Gli ordinai allora di leccarmi la suola della scarpa, e lui lappò tutto come un fedele quadrupede.
Lo feci alzare, e notai che sotto alla trippa c’era un bozzo gonfio: un’erezione che stava bagnando oltre il tessuto.
Gli feci calare le braghe, e osservai quel membro eretto e paonazzo come pochi.
Presi allora degli elastici e, strettogli lo scroto in maniera assurda, gliele feci rimettere su.
Ordinandogli di andarsene fuori dalle palle, gli intimai di tornare il giorno dopo con gli elastici fermi al loro posto: se mi fossi accorta che se li era allentati gli avrei fatto passare le pene dell’inferno.
Nel frattempo tornai a casa, e trovai mio marito bevuto e infoiato come al solito.
Il despota subì lo stesso trattamento del verme del mio titolare, solo che dopo essersi beccato un paio di frustate sulle natiche, lo legai al letto con una serie di corde di canapa, lasciandolo con delle mollette attaccate ai genitali e una ball gag in bocca per farlo tacere. L’erezione che aveva era una cosa incredibile.
E così uscii a fare aperitivo con le mie amiche.
É così che ho capito quale potere immenso ha una mistress.
Se tu sei qua è perché stai cercando una donna che sappia come usare il BDSM in modo accurato e preciso sulle tue membra.
Io posso darti tutto quello di cui hai bisogno, ma non devi farmi arrabbiare, altrimenti potresti saggiare il mio lato puramente sadico, e potresti innamorarti di me.
Accolgo presso il mio domicilio di Trento, in un ambiente pulito e discreto.
Poiché ho un ampio giardino, ti porterò a pascolare al guinzaglio, e se farai il bravo di darò i contentini che desideri: Sabrina Mistress sa riconoscere il buono dal cattivo.
Tu devi solo prepararti ad un incontro che ti cambierà la percezione del piacere, elevandola a livelli mai immaginati prima.
Chiamami e prenota una disponibilità: non potrai più farne a meno.